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Riaprire gli archivi e le biblioteche. Come e perché è nato l’appello dei giovani studiosi
di Francesco Borghero*
Da WhatsApp al Parlamento
In principio era la rete. Nel marzo del 2020, poco dopo l’entrata in vigore del DPCM che estendeva su tutto il territorio nazionale le misure di contenimento e contrasto dell’epidemia daContinua a leggere…

Ci salverà la cultura. Ma chi salva la cultura?
Chiudere musei, biblioteche, cinema, teatri e altri presidi culturali, senza alternative, non lede solo i diritti di centinaia di migliaia di lavoratori. Nel numero di Left in edicola dal 27 novembre un’inchiesta sui danni prodotti da politiche miopi nei confronti di un bene essenziale per la qualità della vita e per lo sviluppo di un Paese in crisi, e le proposte di archeologi, storici dell’arte, ricercatori, archivisti e studenti.
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“Riaprite archivi e biblioteche”: l’appello degli studiosi per non bloccare la ricerca

Salviamo la ricerca umanistica perché il suo futuro sarà il nostro
di Claudio Magris
Tra le proteste di tante categorie inevitabilmente danneggiate dall’epidemia e dalle necessarie misure prese per fronteggiarla si sente poco la protesta, perfino la voce, di chi gravita intorno

Cittadelle della democrazia
di Maria Stella Rasetti
Nelle stanze dei libri. La direttrice delle biblioteche e archivi della città di Pistoia racconta quei luoghi che l’ultimo Dpcm ha negato agli utenti, non considerando le misure di prevenzione dal contagio messe all’opera. Eppure, in mancanza della didattica in presenza, per molti giovani avrebbero potuto essere un presidio, anche in risposta al problema dell’accesso non paritario alle risorse tecnologiche

I conti senza la cultura. Lettera aperta sulla chiusura di biblioteche, archivi, istituti culturali
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Giuseppe Conte
Al Ministro per i beni e le attività culturali e il turismo On. Dario FranceschiniContinua a leggere…

Periferie, quel “postaccio” illuminato solo da X Factor
di Tomaso Montanari
Se io fossi il ministro per i Beni culturali licenzierei tutti i cortigiani profumatamente pagati come suoi consiglieri (l’elenco è online), e correrei a incontrare un ragazzo perugino di vent’anni: Franco Popi Rujan, in arte Blind. Chi giovedì scorso abbia visto X Factor (che sarà pure un incartatissimo cioccolatino televisivo, ma è più istruttivo e umano di tutti i giornali italiani messi insieme), capirà subito perché.

Se il patrimonio culturale irrita i sovranisti
di Maria Pia Guermandi
Fra ritardi, incomprensioni e polemiche, il lunghissimo iter parlamentare sulla ratifica della Convenzione di Faro, sta per giungere a conclusione nelle prossime settimane. Si tratta, come noto, della Convenzione quadro emanata dal Consiglio d’Europa sul valore sociale del patrimonio culturale. Aperta alla firma dei vari paesi del Consiglio nel 2005 la Convenzione è entrata in vigore nel 2011 a livello sovranazionale, e da allora ogni stato membro può ratificarla, inserendola nel proprio ordinamento.Continua a leggere…

Su Left un articolo di Maria Pia Guermandi sulla Convenzione di Faro
Nel numero di Left in edicola dal 18 settembre un articolo di Maria Pia Guermandi sulla Convenzione di Faro, intitolato Se il patrimonio culturale irrita i sovranisti.