Ci salverà la cultura. Ma chi salva la cultura?

Chiudere musei, biblioteche, cinema, teatri e altri presidi culturali, senza alternative, non lede solo i diritti di centinaia di migliaia di lavoratori. Nel numero di Left in edicola dal 27 novembre un’inchiesta sui danni prodotti da politiche miopi nei confronti di un bene essenziale per la qualità della vita e per lo sviluppo di un Paese in crisi, e le proposte di archeologi, storici dell’arte, ricercatori, archivisti e studenti.

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“Riaprite archivi e biblioteche”: l’appello degli studiosi per non bloccare la ricerca

di Laura Crinà
Ha già raccolto le firme di rettori e studiosi, da Luciano Canfora ad Alessandro Barbero, l’appello di un gruppo di dottorandi al governo per far riaprire le istituzioni culturali che, come i musei, sono stati chiuse il 3 novembre dal decreto anti-Covid: “Gli archivi sono per gli specialisti. Chiuderli mette a rischio studio e prospettive per il futuro”

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Cittadelle della democrazia

di Maria Stella Rasetti

Nelle stanze dei libri. La direttrice delle biblioteche e archivi della città di Pistoia racconta quei luoghi che l’ultimo Dpcm ha negato agli utenti, non considerando le misure di prevenzione dal contagio messe all’opera. Eppure, in mancanza della didattica in presenza, per molti giovani avrebbero potuto essere un presidio, anche in risposta al problema dell’accesso non paritario alle risorse tecnologiche

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Periferie, quel “postaccio” illuminato solo da X Factor

di Tomaso Montanari

Se io fossi il ministro per i Beni culturali licenzierei tutti i cortigiani profumatamente pagati come suoi consiglieri (l’elenco è online), e correrei a incontrare un ragazzo perugino di vent’anni: Franco Popi Rujan, in arte Blind. Chi giovedì scorso abbia visto X Factor (che sarà pure un incartatissimo cioccolatino televisivo, ma è più istruttivo e umano di tutti i giornali italiani messi insieme), capirà subito perché.

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Roma, Piazza del Popolo

Se il patrimonio culturale irrita i sovranisti

di Maria Pia Guermandi 

Fra ritardi, incomprensioni e polemiche, il lunghissimo iter parlamentare sulla ratifica della Convenzione di Faro, sta per giungere a conclusione nelle prossime settimane. Si tratta, come noto, della Convenzione quadro emanata dal Consiglio d’Europa sul valore sociale del patrimonio culturale. Aperta alla firma dei vari paesi  del Consiglio nel 2005 la Convenzione è entrata in vigore nel 2011 a livello sovranazionale, e da allora ogni stato membro può ratificarla, inserendola nel proprio ordinamento.Continua a leggere…