Edek Osser
È un «no» perentorio quello di Marco Bussone, presidente dell’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) al «Piano Nazionale Borghi» del Ministero della Cultura (MiC).
Bocciato e «da azzerare» il finanziamento previsto dal Pnrr di circa 1 miliardo di euro diviso in due linee di intervento: la prima dedicata a 21 Comuni (al massimo 20 milioni l’uno) scelti dalle Regioni in base a un progetto pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica di borghi a rischio abbandono o abbandonati; la seconda (580 milioni) dedicata a progetti locali di entità minore scelti in base all’esito di un bando che ha invitato i Comuni interessati a presentare entro il 31 gennaio una sola idea progettuale per un borgo del loro territorio. Entro marzo ciascuna Regione farà le scelte.
Questo il comunicato con le ragioni espresse dall’Uncem e dal suo presidente Marco Bussone:
«Borghi? Togliamo dal vocabolario questa parola. Per Uncem non esiste più. La usino pure archistar e altri che nei territori mai hanno vissuto e mai vivranno. Ma che ne parlano con saccenza. Prendendoci in giro. Tra società, anche di origine bancaria, che cercano speculazione e acquisti facili di case abbandonate nei borghi, assistenze tecniche che arrivano da mezz’Europa, finanza che con cacciatori di progetti corteggia i Comuni e i sindaci. Sul “Piano dei Borghi” del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) sta succedendo di tutto. Tra Regioni che scelgono residenze sabaude o ritagliano centri storici di città con 300mila abitanti per accedere ai 20 milioni di euro, “linea a” particolarmente stupida, i sindaci sono assediati da proposte di supporto. E sono tutti contro tutti, i Comuni. Una situazione che il Ministero non sembra capire e bloccare, che è dannosa e pericolosa. Gravissima secondo Uncem. Fermiamola. A costo di ripensare completamente il Piano da 1 miliardo. Evitiamo che i territori siano in balia di acquirenti facili e speculatori. Uncem da oggi smette di parlare di borghi. Se i borghi sono quelli che ha inteso qualcuno, compreso dentro il Ministero della Cultura, noi non li chiameremo più borghi. Chi lo fa parla di cose che in astratto non sono l’Italia vera. Dei paesi e dei campanili che dovevano essere spinti a lavorare insieme, superando i municipalismi che, invece, i bandi del Pnrr stanno esasperando. Tutti contro tutti. Alla ricerca di denaro, da restituire a Bruxelles, che non siamo certi darà soluzioni vere alle sperequazioni dell’Italia. Palazzo Chigi e i Ministeri ascoltino il grido disperato dei sindaci dei Comuni. Non permettano di sprecare le risorse economiche disponibili. A partire dai paesi. Il “Pianodeiborghi-lotteria” è da azzerare».
Articolo pubblicato su “Il Giornale dell’Arte” il 15 febbraio 2022. Fotografia da Pixabay.
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