Nuraghi e paesaggio fermano i signori del vento

di Mauro Pili

Su “professori de is perdas beccias”, come amabilmente amava definirsi, non se lo sarebbe mai aspettato. Lui, primo sardo a salire sull’Olimpo dell’Accademia dei Lincei, lo ripeteva in lungo e in largo: i Nuraghi sono elemento imprescindibile del più vasto e indefinito paesaggio della Sardegna. Giovanni Lilliu, il Sardus Pater della civiltà nuragica, traguardava lontano. Quando le prime pietre della Reggia di Barumini, era il lontano 1951, affioravano, il suo sguardo non era rivolto a quei giganteschi massi che magistralmente, senza alcuna malta, 3500 anni prima, erano stati riposti uno sull’altro. Scrutava, invece, il proscenio, il paesaggio, leggeva il contesto in cui quella straordinaria scoperta veniva alla luce.

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