Luciano Piras
L’Archivio di Stato sorvegliato speciale in attesa dei rinforzi
Una soluzione tampone per superare l’emergenza del momento. Poi, a seguire: l’indizione dei concorsi, attesi in tutta Italia per porre fine a una situazione drammatica ovunque. Ma che a Nuoro sale di tono, con la nuova denuncia di Italia in Comune: «È l’ennesimo scippo ai danni del nostro territorio, l’Archivio di Stato sta per chiudere a causa della carenza di personale e per logiche meramente economiche». «L’Archivio di Stato di Nuoro non chiuderà», assicurano dal ministero della Cultura. Gli uffici del ministro Dario Franceschini sono al lavoro (con quelli del ministro Renato Brunetta, per la Semplificazione e la pubblica amministrazione) per sbrogliare la matassa dei concorsi e porre fine così, definitivamente, a una carenza generalizzata che dura ormai da venti anni. Nel frattempo, il ministero di Franceschini ha appena chiuso i termini (il 30 aprile scorso) di una selezione per il conferimento di incarichi di collaborazione: a Nuoro sono destinati due archivisti di rinforzo, presto in arrivo (Cagliari ne avrà uno). «Una soluzione temporanea – ribadiscono da Roma –, ma necessaria per superare l’emergenza».
La sezione “Mariangela Maccioni” di Italia in Comune, tuttavia, tiene comunque alta la guardia. L’Archivio di Stato di via Mereu, insomma, resta un sorvegliato speciale. «Ancora una volta il territorio perderebbe un altro punto di riferimento, non solo per gli studiosi e per le diverse attività professionali che attingono a piene mani all’inesauribile fonte di documenti ivi conservati, la cui consultazione deve essere garantita, ma soprattutto per l’intera comunità della provincia che perderà la vera memoria storica della popolazione» scrivono i componenti del gruppo consiliare di Italia in Comune Maria Boi, Michele Siotto, Gabriella Boeddu, Eleonora Angheleddu e Sebastian Cocco. «Assieme al “nostro” Archivio – sottolineano in coro –, chiuderebbe l’Archivio di Stato di Oristano nel quale sono riversati anche tutti i documenti provenienti dal Distretto militare, e dunque la storia militare di quasi tutta la provincia di Nuoro: insomma – dicono –, una perdita enorme che passa sulla pelle di un territorio già fortemente indebolito dalla politica del risparmio a qualunque costo. È il caso di ricordare che, a fronte dei numeri necessari per il funzionamento degli Archivi di Stato, attualmente è in servizio la metà del personale grazie al cui spirito di collaborazione ancora si lavora».
«Procedendo verso questa china disastrosa – insiste la sezione “Mariangela Maccioni” – è la memoria dell’intero Paese che va a perdersi, in un processo irreversibile di oblio della memoria storica. L’archivio costituisce l’identità documentata della nostra società, e non consentirne la consultazione significa cancellarne scientemente la memoria. Non vogliamo pensare che questo sia il progetto politico del Ministero, pertanto – chiudono Boi, Siotto, Boeddu, Angheleddu e Cocco –, è nostra intenzione mobilitarci con tutte le risorse a disposizione affinché questo non accada e farci carico del grido di allarme per il sistematico impoverimento del nostro territorio, che si cerca di relegare a ruolo di Cenerentola impoverendolo a tutti i livelli».
«L’Archivio di Stato rischia di chiudere per sempre»
«Chiudere un Archivio significa non avere più accesso ai documenti versati dai vari Uffici dello Stato, che hanno un valore storico ma anche una utilità amministrativa. È per consentire di portare avanti le pratiche del bonus 110% o di elaborare in tempo una tesi di laurea o perfezionare una pratica legale, che il ministro della Cultura, Dario Franceschini e il direttore generale degli Archivi, Anna Maria Buzzi, hanno imposto l’apertura delle sale di studio anche in zona rossa, anche in periodo di lockdown. Il lavoro nell’Archivio di Stato di Nuoro non si è mai fermato: ora rischia di doverlo fare e per sempre». L’allarme è concreto e la prima a tenere alta la guardia sul caso è Michela Poddigue, direttrice sia dell’Archivio di Stato di Nuoro sia dell’Archivio di Stato di Oristano.
«La comunità che fa capo al capoluogo barbaricino – dice – potrebbe pagare a caro prezzo la mancanza di una adeguata programmazione, anche per quanto riguarda le sedi. Sono tanti gli Istituti italiani ospitati in immobili inadeguati o costosi, mentre diverse sedi demaniali che, soprattutto negli ultimi anni, si sono rese disponibili, versano in stato di abbandono. L’istruzione, la sanità e la cultura non possono rispondere a ferree logiche di mercato, la ricchezza che producono non è monetizzabile».
«Per contro – aggiunge –, la mancanza di nuove leve a cui trasferire quel bagaglio di conoscenze e competenze acquisite negli anni, rappresenta un una perdita che è già di fronte ai nostri occhi». Al lavoro negli uffici di via Mereu, Poddigue sottolinea che «attualmente gli Archivi di Stato vivono una stagione di profonda difficoltà dovuta alla progressiva diminuzione del personale per i recenti pensionamenti e blocco del turnover. In particolare, l’Archivio di Stato di Nuoro, già in sofferenza da diversi anni – evidenzia a chiare lettere la direttrice –, ha raggiunto livelli di guardia: se non si trova personale disposto a trasferirsi almeno temporaneamente in Archivio, la conseguenza è presto detta. Attualmente, operano nell’Ufficio di Nuoro, quattro unità di personale appartenenti a diversi profili, che si fanno carico di tutte le attività, da quella amministrative a quella scientifica, e che il prossimo agosto resteranno in tre».
Nel frattempo, in attesa di tempi migliori, le attività vanno avanti comunque. Per il prossimo 4 giugno è in programma la staffetta archivistico-culturale “A chi passeremo il testimone?”, in occasione della manifestazione “La notte degli Archivi” sul tema “Generazioni”, organizzata da Archivissima, che coinvolge tutti gli Archivi d’Italia, statali e non. L’evento avrà luogo a partire dalle 18.30 nel piazzale dell’Archivio di Stato (nel rispetto delle norme anti-Covid, lo spazio all’aperto destinato all’incontro non permette di ospitare un pubblico numeroso, ma sarà comunque possibile seguire la diretta l’incontro da casa, sul canale Youtube di Archivissima e sulla pagina Facebook dell’Archivio di Stato di Nuoro). Studiosi, archivisti e appassionati di ricerca si incontreranno per riflettere sull’importanza delle fonti documentarie custodite negli Archivi di Stato, imprescindibili per la tutela della memoria collettiva e dei valori di libertà, democrazia e cittadinanza. «Sarà l’occasione – chiude Michela Poddigue – per fare il punto della situazione e decidere quale bagaglio vogliamo trasmettere alle nuove generazioni».
Articoli pubblicati sul sito de “La Nuova Sardegna” il 5 e il 7 maggio 2021. Fotografia dal sito dell’Archivio di Stato di Oristano.
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