Comitato Roma 150
Il Comitato Roma 150 esprime vive preoccupazioni e contrarietà per il DL semplificazioni, nella bozza circolante da venerdì 21 maggio u.s., che probabilmente verrà approvata la prossima settimana. Una deregulation tombale che non trova giustificazioni se non nell’ideologia superata della trickle-down economy, fondata sulla irresponsabilità dei pochi e abbienti (a scapito dei molti e dei beni pubblici) le cui mai dimostrate capacità “taumaturgiche” servirebbero teoricamente a rilanciare l’economia e il PIL.
Ci chiediamo con ironia di quale PIL si parli se si concede ad alcuni determinati operatori economici il laissez faire per le demolizioni negli ambiti anche vincolati dei centri storici (Art. 18, in materia di rigenerazione urbana). Ci chiediamo chi sia mai morto, in Italia, per il troppo rispetto dei paesaggi e delle antichità, se ora, in nome di un malinteso efficientismo si voglion ulteriormente silenziare le Soprintendenze di Stato con una sorta di Super-prefettura a stretto controllo governativo, dimentichi dell’eccezione culturale italiana, che ci rende un Paese con caratteristiche uniche nel continente europeo.
Ci chiediamo, in ultimo, a quale retorico “ce lo chiede l’Europa” sia stato subordinato l’agire della “manina” che modificò il Decreto semplificazioni trasformando il Recovery Plan in un Recovery “demolition plan”. Constatiamo, nel merito, che l’attuale DL semplificazioni non soddisfa le precise richieste regolamentari europee del do not significant harm (DNSH, trad. “non arrecare danni significativi), ai sensi dell’art. n.17 del Regolamento UE (2020/852) richiamato espressamente come condizione del Recovery Fund.
Chiediamo dunque al Presidente Mattarella di intervenire a difesa delle prerogative della Costituzione e del Parlamento italiano contro questa particolare e assai più concreta via italiana alla Cancel culture.
Annunciamo mobilitazione fin da ora specificando però che saremo al fianco solo delle associazioni ambientaliste degne di questo nome, quelle conservazioniste. Di quelle a “propulsione nucleare”, organiche all’ultima e vaga moda green che espunge la storia e la Bellezza dal proprio agire, e che non distingue una pala eolica da una pala d’altare di Duccio… non sappiamo cosa farcene.
Comunicato del 23 maggio 2021. Fotografia di Bernardo Marchetti da Wikimedia Commons.
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