Franco Pedrotti*, Il depuratore della Piana di Pescasseroli, ovverosia la grande sconfitta del protezionismo italiano

Da 2 giorni sono entrate in azione le ruspe per la costruzione di un depuratore nelle praterie della Piana di Pescasseroli, su terreni di grandissimo pregio ambientale già di proprietà del

fondatore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Erminio Sipari, ed ora della Fondazione Sipari, che li ha destinati ad essere protetti e salvaguardati. È un danno ambientale enorme, la piana di Pescasseroli è unica in tutto l’Appennino, un incredibile affronto alla memoria di Erminio Sipari, la dimostrazione del disinteresse totale verso un bene pubblico di così grande valore. Dal punto di vista tecnico, la costruzione del depuratore nella Piana di Pescasseroli provoca un grave danno alla biodiversità delle praterie, non rispetta i criteri di sostenibilità, produce danni irreveresibili all’ambiente e al paesaggio, è contro scopi e finalità per i quali è stato istituito il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Dal punto di vista etico e sociale è un atto provocatorio contro la Repubblica Italiana, che all’art. 2 della costituzione dice: La Repubblica tutela il paesaggio. Infine, è anche una grande sconfitta per tutti: per il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che non ha saputo (o voluto) difendere il territorio che per suo compito istituzionale avrebbe dovuto difendere, per il Comune di Pescasseroli e per la Regione Abruzzo che non hanno compreso l’importanza e il valore dei loro territori, per il Ministero dell’Ambiente che non ha mosso un dito per risolvere in altro modo il problema del depuratore e infine per tutto il protezionismo italiano, che è intervenuto con poca convinzione e non con la decisione richiesta da un caso di tale gravità.

Camerino, 4 maggio 2018

*L’ autore è professore emerito dell’Università di Camerino.

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