Torino, grande apprezzamento per l’esposizione su Guttuso ma con ogni probabilità ed evidenza nessun museo del mondo serio e autorevole oggi sceglierebbe di privarsi della propria biblioteca d’arte
Alla soddisfazione recentemente espressa dall’Amministrazione comunale per l’articolo del Corriere Torino che inserisce la mostra su Renato Guttuso della Gam (7 febbraio-3 giugno) tra le più attese del 2018 corrispondono, sui social media e non solo, le critiche di chi non
apprezza e contesta l’operato recente della Giunta, soprattutto alla luce dell’annunciata riduzione del personale nella Fondazione Torino Musei (di cui il Comune è socio unico) e alla prevista riduzione dell’attività della Biblioteca d’arte della stessa Gam.
Nessuno penserebbe di «esternalizzare» la propria storica collezione di volumi e riviste a un ente terzo (sia esso una biblioteca civica, statale o universitaria, come pure è stato ipotizzato). D’altra parte, dell’intimo rapporto tra esposizione e ricerca, tra museo e biblioteca, era ben cosciente già Vittorio Viale, direttore dei musei civici torinesi dal 1930 al 1965 e, soprattutto, straordinario operatore culturale nell’Italia della Ricostruzione e del Boom economico. Fu lui a volere per Torino la nuova Galleria civica. Fu lui a volerla all’interno di un nuovo edificio, appositamente progettato (dagli allora giovani architetti Carlo Bassi e Goffredo Boschetti) e realizzato a seguito delle distruzioni della seconda guerra mondiale e grazie a un grande concorso nazionale, bandito nel 1951. Fu lui, infine, a inaugurarla nel 1959 con spazi per le mostre permanenti e temporanee e, soprattutto, con grandi ambienti per gli archivi, la fototeca, i laboratori di restauro e (appunto) la biblioteca. Accanto a Viale, attivi e legittimamente orgogliosi per l’impegno profuso, erano allora schierati il sindaco democristiano Amedeo Peyron (e, prima di lui, il comunista Domenico Coggiola) e l’assessore comunale all’Istruzione e alle Belle Arti Maria Tettamanzi. E oggi? Sarebbe bello e utile (e forse semplicemente giusto) che l’attuale amministrazione mostrasse, rispetto a questi temi, la medesima consapevolezza, lo stesso impegno e, possibilmente, una capacità di visione altrettanto articolata e lungimirante.