“L’occupazione culturale e creativa è stata colpita dalla crisi da Covid-19 già nel 2020, e non mostra segni di ripresa nel 2021”, secondo il rapporto Bes dell’Istat. Alla fine del secondo anno di crisi pandemica gli occupati del settore sono 55 mila in meno, con una perdita relativa del -6,7% tra il 2019 e il 2021, più che doppia rispetto alla contrazione del complesso degli occupati (-2,4%).
Con le restrizioni ai luoghi della cultura per contrastare la pandemia, la partecipazione culturale fuori casa nei 12 mesi precedenti l’intervista, tra il 2019 e il 2020, passa dal 35,1% al 29,8%, e tra il 2020 e il 2021 crolla all’8,3%.
Sono i numeri diffusi questa mattina che confermano l’incidenza del Covid su uno dei settori più colpiti in assoluto dalla crisi: “Il quadro di insieme è composito, ed è ancora adombrato dalla pandemia” spiega il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, nella presentazione del rapporto sul Benessere equo e sostenibile. “Molti divari si sono mantenuti – si legge – o addirittura allargati: dalla speranza di vita alla nascita, che recupera in buona parte al Nord nel 2021 ma diminuisce ancora nel Mezzogiorno, alla mortalità evitabile, che resta più elevata in molte regioni del Sud; dalla spesa dei comuni per la cultura, per la quale il divario è nettamente a vantaggio del Centro-nord, all’impatto degli incendi boschivi e dell’abusivismo”.
“Le politiche giovanili, nel nostro Paese che invecchia, hanno di rado ricevuto attenzione prioritaria e risorse adeguate. Il quadro fornito dagli indicatori del Bes suggerisce che è tempo di cambiare strategia. Fuori da ogni retorica, si può dire che le politiche per il benessere dei giovani siano, oggi più che mai, politiche per il benessere del paese tutto intero”.
Blangiardo aggiunge che occorre “ricostruire le basi strutturali del benessere dei bambini e dei giovani”, con un serio investimento nell’intero sistema scolastico e universitario, l’azione per sostenere e potenziare le reti di servizi territoriali per la cultura, lo sport e il tempo libero. Last but not least – continua il presidente dell’Istat – “il nodo dell’occupazione, soprattutto delle giovani donne, non è più rinviabile”.
“Le opportunità offerte dal PNRR per affrontare in modo sistematico questa profonda domanda di cambiamento – conclude Blangiardo – non hanno precedenti nel recente passato del Paese. Il nostro augurio è che le politiche rispondano con intelligenza, generosità e sistematicità.
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Claudio Meloni – FP CGIL