Enrico Tantucci
Professoressa Somma, dal suo libro, l’impressione che si ricava è che per il futuro di Venezia non ci sia speranza e che il processo di privatizzazione e di perdita delle funzioni urbane sia per lei irreversibile. È così?
«Non ho voluto parlare del futuro, ma fare un quadro analitico del punto in cui siamo arrivaci. Ma la situazione, con i residenti ormai ai minimi termini e l’incapacità o l’impossibilità di fare massa critica per contribuire a cambiare le cose è sotto gli occhi di tutti».
Eppure le associazioni a Venezia non mancano.
«Sì, ma non riescono neppure a parlare tra loro e ad unirsi nelle azioni. Ciascuna sta per conto suo».
L’altro elemento che emerge chiaramente dal libro è come, secondo lei, quello che lei chiama “l’esperimento di distruggere una comunità per venderne le pietre”, sia frutto di una strategia precisa.
«lo lo penso. Una strategia che ha unito investitori privati e mano pubblica, desiderosa di liberarsi di parti del proprio patrimonio».
Non risparmia neanche la Biennale e il suo ruolo culturale.
«È anch’essa un catalizzatore turistico, con una politica sempre più espansiva anche riguardo agli spazi della città e non credo che il fatto che funzioni 365 giorni l’anno sia quello di cui abbiamo bisogno».
Lei viene dal mondo dell’università, ma è molto critica anche verso il ruolo degli atenei cittadini.
«Le università sono state a guardare, hanno rinunciato a un ruolo di controllo e di studio di questa gigantesca operazione di riuso a fini commerciali della città».
Nel volume non compaiono i Comitati privati di salvaguardia. Perché forse ritiene la loro funzione in città sia quella di autentico mecenatismo culturale?
Tutt’altro. Per ragioni di spazio non ho potuto inserire tutti gli attori di questo processo di privatizzazione della città, ma i Comitati sono altrettanto complici, agiscono come una sorta di agenzie immobiliari che anch’esse prendono “in appalto” pezzi pregiati del patrimonio veneziano per farsi così pubblicità nei confronti dei propri finanziatori. Il ruolo di fondazioni, comitati e associazioni che operano su Venezia e le loro finalità meriterebbe un libro a parte. Prima o poi andrà scritto».
Articolo pubblicato su “La Nuova Venezia” l’8 ottobre 2021. Foto di Michelle Raponi da Pixabay.
Leggi anche
Altri articoli
Il Paesaggio, la Costituzione , gli attacchi alle Soprintendenze e le solidarietà pelose
Claudio Meloni - FP CGIL