Manlio Lilli, Capodanno 2019. Cena con brindisi al Museo

“In occasione della serata dell’ultimo dell’anno Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Comune di Brescia, organizza negli affascinanti ambienti del Museo di Santa Giulia, un

capodanno davvero originale … Il programma prevede un itinerario … con letture e narrazioni, sollecitate dai preziosi materiali esposti o dalle stesse mura del monastero … durante il percorso … sarà proposta una cena inusuale, itinerante e con cibi e bevande ispirati alle abitudini culinarie di età antica … Poi, al momento dell’avvicinarsi del nuovo anno … brindisi finale e sorprese per tutti”.

Capito? Se siete a Brescia, oppure nei dintorni, il problema del capodanno è risolto. Perché cercare altro? Il programma del Museo di Santa Giulia è allettante. Cenare ammirando i tanti materiali conservati nel Museo. Basta fare in fretta, però. E’ “Un’esperienza originale, dedicata ad un massimo di cento persone prenotate”, si legge sul sito del complesso monastico. Certo è vero che le prenotazioni andavano fatte entro il 28 dicembre, ma c’è sempre la speranza che ci sia rimasto ancora qualche posto libero.

Nel caso contrario, è inutile aspettare qualche disdetta dell’ultima ora. Spostatevi a Comacchio. Ne vale la pena! Eccome! C’è il Museo Delta Antico, il nuovo museo archeologico ospitato negli spazi dell’Ospedale degli Infermi, ad aprire le porte. In programma una visita guidata, poi la cena, naturalmente. “Una cena di gala” tra i reperti provenienti da Spina, la città etrusca sul Delta del Po, e dall’antica Comacchio.
Una cena con menù noto. Intrigante ovviamente! Si parte con un “Tris di consistenze proposte come finger a cucchiaio, forchetta e boccone, Mini sandwich con verdure grigliate, mortadella e glassa di aceto balsamico; salmone marinato all’arancia e tonno con senape di Digione al miele; vellutata di zucca con crema al parmigiano”. Poi ci sono “Lasagne all’Emiliana, Ravioli neri di baccalà con mousse di burro aromatico di mare e prezzemolo”. Come secondi in programma “Maialino porchettato con mousse di fossa con contorno di patata budriese glassata al forno”.

Previsto anche un intermezzo con “Tortino di anguilla in agro di balsamico”. Non mancano bevande e dolci, ovviamente. Il costo di questa cena pantagruelica? Per gli adulti 80 euro, 55 per i ragazzi fino ai 12 anni. Peccato che le prenotazioni si siano chiuse addirittura il 10 novembre.

Comunque, sempre a Comacchio, c’è anche Palazzo Bellini, sede della Biblioteca Civica L. A. Muratori e dell’Archivio Storico Comunale, oltre che della Galleria d’Arte. Anche qui cena di gala. Ma con una differenza. La cena sarà “animata da Radio Sound” e poi ci sarà “una sala dedicata al divertimento e al ballo”.

Anche il Museo degli Innocenti a Firenze offre una visita guidata con la possibilità di ammirare le opere d’arte di Domenico Ghirlandaio, Piero di Cosimo, Andrea della Robbia e Sandro Botticelli. Immancabile la cena a base di pesce, con musica dal vivo. Si può cenare aspettando il nuovo anno anche al Museo della Cattedrale di Piacenza e in diversi altri luoghi della cultura. Già, luoghi della cultura.

Perché il Museo di Santa Giulia e il Museo del Delta Antico, come il Museo degli Innocenti e il Museo della Cattedrale, ma anche come Palazzo Bellini sono spazi di contemplazione. Contenitori di storie da osservare. Come possano lasagne e tortino di anguilla renderli più intriganti, rimane difficile da comprendere. Come riescano la musica e il ballo conciliarsi con quanto è esposto, un mistero. Quanto gli eventi di capodanno possano rientrare nella necessaria tutela e nella imprescindibile valorizzazione, incerto. D’altra parte ci sarà pure un motivo se nelle sale dei Musei si richiede di parlare a bassa voce? O se è vietato ascoltare musica senza cuffie e tirare fuori il panino che si è portato da case e mangiarselo durante la visita?

E’ probabile che gli eventi programmati saranno un successo. Il pubblico prima ne assicurerà il sold out e poi ne parlerà in termini entusiastici. Ma non è questo che può costituire il discrimen. Insomma, quello che fa la differenza. Il punto è proprio questo, forse. Non aver capito che il museo non è un contenitore per tutto. Uno spazio neutro da valorizzare non per quello che conserva, ma piuttosto con eventi di natura diversa. Una specie di multiservizi che occasionalmente offre anche la possibilità di osservare opere d’arte.

 

 

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