In epoca di crisi dell’imprenditoria edilizia, imperversa lo slogan ambiguo della rigenerazione urbana. Rigenerare, o “costruire sul costruito”, non significa,

In epoca di crisi dell’imprenditoria edilizia, imperversa lo slogan ambiguo della rigenerazione urbana. Rigenerare, o “costruire sul costruito”, non significa,
Nella Firenze intramuros decenni di politiche mercantilistiche e di vuoto pianificatorio hanno cambiato la natura antropologica della residenza. Vediamo da vicino, dati alla mano, la
Firenze dice addio al restauro edilizio su monumenti e immobili storici. È questo il contenuto di una Variante al Regolamento Urbanistico in fase di discussione nelle commissioni comunali.
Tutelare o demolire? Conservare la scena urbana di Firenze, il brand che fa cassa, o favorire la speculazione immobiliare sull’edilizia storica? Un dubbio lacerante, ma la
Lo smantellamento della materia urbanistica in nome del Libero Mercato, procede. Ne è protagonista la Regione che fu faro della pianificazione e delle pratiche urbane. Il 19 dicembre la proposta di legge urbanistica della Regione Emilia-Romagna – nata in seno alla Giunta PD (e a Confindustria) – è stata approvata in consiglio regionale coi soli voti del PD. Hanno votato contro: Altra Emilia Romagna, SI, Art. 1-Mdp, M5S e Leganord; Forza Italia si è astenuta. La lotta che ha accompagnato l’iter di approvazione è stata intensa. Un nucleo di intellettuali, professionisti e attivisti ha pubblicato un libro che contiene spunti di critica e ipotesi alternative a questa legge di matrice neoliberista. Ne pubblichiamo il capitolo conclusivo a firma di Ilaria Agostini e Sergio Caserta. (i.a.)
Nardella tenta di riscattarsi dopo il putiferio estivo seguìto all’abbatimento di centinaia di alberi in città. Ammaliato dal messaggio green di Stefano Boeri, autore del grattacielo “verde” a Milano, il sindaco ha bandito un concorso per decorare con vegetazione arbustiva e magari con alberi i dispositivi di protezione antiterroristica del centro fiorentino. La “Chiamata alle arti” (ahi, così si intitola il bando) contribuirà a definire un arredo urbano di
Nel presente contributo vorrei offrire alcune chiavi di lettura utili alla comprensione del fenomeno dell’estrattivismo e della monocoltura del lusso in atto nelle città d’arte mercificate e desertificate, ed enucleare alcune prospettive operative di resistenza [1].
Con il termine “estrattivismo” si intende il sistema di accaparramento di risorse naturali, loro commercializzazione ed esportazione, contro il volere delle comunità locali e contro gli equilibri dell’ambiente. L’«accaparramento tramite spossessamento» (Harvey) e l’estrazione di rendite monopolistiche perpetrati da imprese multinazionali rientrano nel quadro delle dinamiche coloniali e neocoloniali cui si confanno la militarizzazione del territorio, la violazione di principi di convivenza democratica, la violenza e la repressione.
(di Ilaria Agostini)
L’urbanistica neoliberista provoca resistenza popolare. Alla rappresentazione ufficiale delle politiche urbane si contrappone, in queste pagine, il racconto corale e antagonista di cittadine e cittadini, comitati ed esperti critici, uniti a Firenze nel “Gruppo Urbanistica” che ha fornito il sostegno tecnico alla lista di cittadinanza “perUnaltracittà”[1], per due legislature all’opposizione in Consiglio comunale.
di Ilaria Agostini
Firenze. L’assessore al welfare, Sara Funaro, invita la città ad offrire sacchi a pelo per far fronte all’ “emergenza profughi” tornata alla cronaca con la morte di Alì Moussa. Rifugiato politico, somalo, è vittima dell’incendio del capannone industriale nel quale da due anni vivevano cento “migranti”, di vecchia e nuova data. Reietti e clandestini per legge, cui il Comune di Firenze, inabile, non aveva fornito alloggio dopo l’ultimo sgombero.La politica dell’accoglienza da parte delle istituzioni non può, non deve limitarsi alla risibile invocazione di opere di misericordia presso i singoli. Deve e può, invece, offrire casa e diritti, uguaglianza e cittadinanza, ai superstiti dell’incendio e ai molti altri – stranieri ed italiani – presenti sul territorio in analoghe, precarie condizioni abitative.
Nell’età del neolicapitalismo agguerrito, non si pretende certo che gli amministratori requisiscano gli appartamenti sfitti, come fece nel post-alluvione il (da loro) tanto invocato – perlopiù a sproposito – sindaco La Pira.