Maria Pia GuermandiContinua a leggere…

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Mariasole GaracciContinua a leggere…
Italia Nostra Roma, assieme ad altre Associazioni, è intervenuta a più riprese per chiedere la tutela dell’area archeologica Serenissima, nella quale oltre alla Via Collatina antica ed all’Acquedotto Vergine, a partire dal 1997 sono stati rinvenuti gli importanti resti di una necropoli romana in occasione dei lavori per la realizzazione della linea alta velocità Roma Napoli.Continua a leggere…
di Mirella Di Giovine
Appena fuori dalle Mura Aureliane, in continuità funzionale e visiva con l’area Centrale dei Fori, si apre la valle della Caffarella, l’ingresso privilegiato al Parco dell’Appia Antica.Continua a leggere…
di Rita Paris
Venti anni fa, l’estate del 2000 ha segnato l’inizio di una nuova vita per l’Appia, con le aperture del complesso del Mausoleo di Cecilia Metella e il medievale Palazzo Caetani, la Villa dei Quintili, i restauri della strada e di alcuni monumenti funerari che la fiancheggiano, la ricucitura della Via Appia, grazie all’interramento delle corsie del GRA. Continua a leggere…
di Isabella Di Bartolo
“La diga di Pietrarossa mette a rischio un pezzo di archeologia della Sicilia centrale”. SiciliAntica scende in campo, ancora una volta, a difesa del territorio tra Mineo e Aidone dove dovrebbero partire i lavori di completamento della diga su autorizzazione della Regione. Continua a leggere…
La Casa dell’Efebo a Pompei è un «esempio di scarsa attenzione prestata agli aspetti culturali» dei siti europei. Gli interventi di restauro, ultimati nel 2015, non hanno previsto l’installazione di un dispositivo di protezione in policarbonato, lasciato in un magazzino nonostante fosse stato finanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) .
di Gavino Masia
La città perde un altro pezzo importante della pubblica amministrazione dopo la chiusura ufficiale delle sede operativa della Soprintendenza per le Province di Sassari e Nuoro. Continua a leggere…
di Antonio Della Rocca
Accanto agli operai, ai negozianti, agli imprenditori piegati dalla crisi provocata dall’emergenza coronavirus, c’è un nucleo silenzioso di lavoratori, i professionisti della cosiddetta archeologia preventiva, chiamati a valutare l’impatto dei cantieri sul patrimonio culturale, che in questo contesto subiscono inermi il dramma di una precarietà divenuta ancora più afflittiva rispetto al recente passato. Un prezioso capitale umano, ricco di esperienze e saperi, formatosi anche negli atenei pugliesi ma, come denuncia il professore Francesco D’Andria, accademico dei Lincei, già direttore della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università del Salento, vittima di un «caporalato intellettuale» maturato nei meccanismi perversi dei subappalti.