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«Leonardo non va festeggiato perché è famoso: ma perché è emozionante, travolgente. Perché ha creato immagini più vive e palpitanti di quelle di qualsiasi regista del nostro tempo. Perché quando guardi anche la più irrilevante delle sue opere senti scorrere la vita con una intensità che nessuna fiction di oggi sa darti. Ti senti vivo tu, quando conosci Leonardo. Ed è questo miracolo che la televisione pubblica avrebbe dovuto fare arrivare al più alto numero possibile di italiani: e questo sì che sarebbe stato democratico e popolare, tutto il contrario del rimbecillimento di Stato propinato al popolo».
«Ma se il prestito di opere iconiche è gestito con nonchalance da istituzioni di secondo piano non è un tabù neanche per i musei archeologici «faro» del paese, a cui il ministro Dario Franceschini ha concesso l’autonomia».
«In molti tra gli esclusi si preparano a fare ricorso, rivolgendosi a studi legali specializzati. [...] Ma a far sintesi tra le anime della categoria, come spesso accade, sono gli admin di “Mi Riconosci?”: “Distinguiamo bene i nostri nemici”, scrivono. “Sono questo sistema, chi l’ha creato e chi se ne approfitta senza pietà. Gli altri sono solo sintomi, sempre più tossici, che nel caso di questo bando erano più che evidenti da quando era stato pubblicato a fine dicembre”».
«Se l’iter dovesse proseguire daremo battaglia in tutte le sedi assieme alle associazioni molisane. Non si provi, poi, a puntare a ottenere 1-2 milioni di mc partendo da 5 milioni. Lì l’unica alternativa è zero cemento e proteggere la natura. Tra l’altro è un’area costiera a fortissimo rischio erosione anche a causa dell’innalzamento del mare causato dai cambiamenti climatici. In realtà sarebbe uno scandalo nazionale e internazionale che interesserebbe le autorità europee».
«La sola idea di spedire in giro per il mondo opere al cui cospetto la Gioconda sembra un ritratto tra i tanti, è folle: per la fragilità del piccolo gioiello, già sfasciato un secolo fa da incauti movimenti museali; per la delicatezza del mastodontico quadro musivo. E perché è impensabile che chi visita il Museo Archeologico di Napoli possa non trovarli: motivo per cui dovrebbero ovviamente figurare nell’elenco pubblico delle opere inamovibili».
«Quest’ultima mazzata alla credibilità del progetto MOSE chiamerebbe in causa pesantemente il potere politico, in particolare quello legislativo, che dovrebbe porre fine ai disastri causati da una normativa opaca e dal ricorso costante all’emergenza; emergenza che non accorcia i tempi di realizzazione, ma paradossalmente li fa crescere. Al contrario la ventilata pioggia di miliardi che si prevede arrivare dall’Unione Europea la si vorrebbe gestire in gran parte realizzando ancora pacchi di cemento, abolendo totalmente il Codice degli Appalti e creando commissari per ogni grande cantiere che si prevede di aprire».
Sono stati pubblicati i primi dati emersi dall’inchiesta condotta da @miriconosci.beniculturali per fotografare la situazione, ad un anno dal primo lockdown, delle lavoratrici e dei lavoratori della cultura, sia dipendenti sia autonomi, sia responsabili di attività, ma anche di chi si sta ancora formando e di chi è alla ricerca di lavoro.
«L’Italia potrebbe davvero finanziare la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina o di un tunnel sottomarino tra Calabria e Sicilia con i fondi del Next Generation EU. E se quando il leader della Lega Matteo Salvini ha rilanciato il progetto, a febbraio, la sua poteva sembrare una sparata, oggi la possibilità di inserire il ponte nel Piano nazionale per la ripresa e resilienza (PNRR) è concreta».
#Repost @comitatonograndinavi

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