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Tag: CSBC

Osservazioni e proposte in materia di personale Mibact

5 gennaio 202124 febbraio 2021 Emergenza Cultura

Pubblichiamo le osservazioni e le proposte elaborate dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali e del Paesaggio in materia di personale del Mibact, basate sugli esiti della discussione avuta nella seduta del 14 dicembre 2020Continua a leggere…

Osservazioni e proposte sull’emergenza sanitaria e sulla ripresa

13 maggio 20204 gennaio 2021 Emergenza Cultura

Pubblichiamo il documento approvato all’unanimità dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali e del Paesaggio sui problemi dell’emergenza da pandemia e della ripresa degli istituti e dei luoghi di cultura.Continua a leggere…

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diritto alla città Firenze lavoro Manlio Lilli musei paesaggio patrimonio culturale Tomaso Montanari turismo Venezia

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Anche noi siamo felici di questa notizia e troviamo saggia la decisione di Tomaso Montanari! E ora, adelante!
«Al lavoro negli uffici di via Mereu, Poddigue sottolinea che "attualmente gli Archivi di Stato vivono una stagione di profonda difficoltà dovuta alla progressiva diminuzione del personale per i recenti pensionamenti e blocco del turnover. In particolare, l’Archivio di Stato di Nuoro, già in sofferenza da diversi anni – evidenzia a chiare lettere la direttrice –, ha raggiunto livelli di guardia: se non si trova personale disposto a trasferirsi almeno temporaneamente in Archivio, la conseguenza è presto detta. Attualmente, operano nell’Ufficio di Nuoro, quattro unità di personale appartenenti a diversi profili, che si fanno carico di tutte le attività, da quella amministrative a quella scientifica, e che il prossimo agosto resteranno in tre".»
«E mentre il ministro Franceschini non nasconde che eventi di portata internazionale (a partire dal G20 della cultura che però si svolgerà in luglio nella porzione di arena oggi esistente e che andrà successivamente smontata) segneranno il futuro del Colosseo risarcito della sua arena per spettacoli, la comunità dei cittadini resta ancora una volta esclusa dal discorso culturale, come se l’icona dell’Italia nel mondo fosse solo un brand al servizio della politica e del turismo di massa».
«Quella luce culturale che la pandemia ha spento rigettando nel buio i Marmi Torlonia, con la riapertura dei musei illumina di nuovo la mostra pensata da Salvatore Settis, gran maestro dell’archeologia spettacolo, nel pianterreno di Villa Caffarelli a Roma (è in cartellone fino al 29 giugno). Non sarà per molto, però. Presto le 91 statue, un po’ sbiancate dal restauro che ha eliminato la patina antica, lasceranno il Campidoglio per il Louvre di Parigi e poi, dopo aver attraversato l’Atlantico e gli Stati Uniti, approderanno sul Pacifico nelle lussuose sale del Paul Getty Museum di Los Angeles. Seppur provvisoriamente, sarà così smembrata la più grande collezione privata di antiche statue romane, 618 in tutto, raccolta nella seconda metà dell’Ottocento da Alessandro Torlonia, l’homme á l’argent citato da Stendhal, "quer prencipe che spenne li mijoni" per Gioacchino Belli».
«Se il @mic_italia lo comprasse, potrebbe unirlo al complesso dei Girolamini (che dista 400 metri, e dunque 5 minuti a piedi), appena divenuto istituto autonomo. Si verrebbe così a creare uno straordinario polo della cultura, dell’arte e della storia sociale della città di Napoli: un luogo in cui studiare e conoscere le forme assunte, tra Cinque e Settecento, dalla sollecitudine per la povertà materiale e spirituale della più grande metropoli italiana».
«Le cinque associazioni firmatarie di questa lettera notano come, nel piano trasmesso alle Camere il 25 aprile, il patrimonio culturale, al di là dei proclami, sia di fatto assente. Nonostante gli evidenti nodi critici ancora da sciogliere, e la debolezza strutturale del sistema, acclarati dai dati che raccontano il collasso del 2020, i beni e le attività culturali in questo piano hanno un ruolo ancillare rispetto ad altri settori collaterali, come il turismo e l’edilizia».
«I lavoratori dell’arte e della cultura sono essenziali per una società più giusta»
«La scelta più sensata sarebbe stata quella di commissionare a qualche giovane artista italiano un’opera capace di mostrare che la nostra cultura non è una stella morta che continua a brillare: laddove c’è invece qualcosa di malato (qualcosa di morto) nel farci rappresentare dalla copia di un’opera di 500 anni fa».
La cultura è «una delle voci meno finanziate: 8 miliardi, solo il 3% del totale, all’interno della più ampia missione del Pnrr “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”. Ma al di là dei numeri, è la destinazione dei fondi ad apparire poco culturale».

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