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Tag: biblioteche

Allarme biblioteche, la Braidense di Milano rischia di chiudere

15 novembre 202123 novembre 2021 Emergenza Cultura

Salvo CagnazzoContinua a leggere…

Le biblioteche? Hanno bisogno dei bibliotecari

28 ottobre 202126 ottobre 2021 Emergenza Cultura

Paolo Fallai
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Archivi e musei. Percettori del Rdc usati “gratis” per tappare i buchi dell’amministrazione pubblica

21 ottobre 202121 ottobre 2021 Emergenza Cultura

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Biblioteche di Roma, manca personale: “Così a settembre servizi ridotti e rischio chiusura”

1 agosto 2021 Emergenza Cultura

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Le biblioteche pubbliche in Italia: una incredibile opportunità ma non per tutto il Paese

7 luglio 20217 luglio 2021 Emergenza Cultura

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BCRS la cenerentola del sistema regionale dei beni culturali in Sicilia

20 aprile 202120 dicembre 2021 Emergenza Cultura

Toni Casano

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I paradossi delle biblioteche proibite, dove entrano soltanto pochi eletti

18 gennaio 20217 luglio 2021 Emergenza Cultura

Alessandro BarberoContinua a leggere…

Riapriamo i musei! Ascolta il podcast

17 dicembre 202018 marzo 2021 Emergenza Cultura

Dalla controversa proposta di una Netflix della cultura, alle nostre città d’arte passate da un turismo di massa alla desertificazione, per giungere alla crisi di tutto un settore: questi sono i temi della puntata di Museum che ha ospitato Maria Pia Guermandi per Emergenza Cultura.Continua a leggere…

Adesso liberiamo la cultura

16 dicembre 202022 dicembre 2020 Emergenza Cultura

di Maria Pia Guermandi

L’aggravarsi, non inaspettato, dell’epidemia a livello nazionale, ha tacitato le molte polemiche sui progressivi lock-down che avevano accompagnato la seconda ondata pandemica, e che, in ambito culturale, avevano interessato, da ultimi, musei, biblioteche e ogni luogo della cultura a partire dal 6 novembre, a breve distanza dalle chiusure di cinema e teatri.Continua a leggere…

La biblioteca è chiusa ma Bianca continua a volare

4 dicembre 202024 febbraio 2021 Emergenza Cultura

di Tomaso Montanari

Nel chiuso delle nostre biblioteche -ridotte alla mendicità, e ora sbarrate, da una politica che ignora cosa sia il lavoro intellettuale – i libri continuano la loro vita, seppur lontani dallo sguardo amoroso degli umani.Continua a leggere…

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«Interessante la versione del New York Times che, per spiegare la vicenda ha usato l’argomento che, a differenza degli americani, i frugali olandesi, a causa della loro eredità culturale calvinista, non amano l’ostentazione della ricchezza. Nessun cenno, invece, alle parole di Tom Wesseink, rappresentante della società storica di Rotterdam, che ha semplicemente detto “esistono dei limiti a quello che per il profitto si fa al nostro patrimonio”».
Su Robinson di Repubblica una bella recensione di Simone Verde (che ringraziamo!) di 𝘋𝘦𝘤𝘰𝘭𝘰𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘢𝘵𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘰 di Maria Pia Guermandi. Tra qualche giorno anche sul sito di EC 😉
«Il borgo piace a tutti, e proprio lì sta l’inganno. Se è bello senza condizioni vuol dire che è stato confezionato, smussato, deodorato, per i palati estetici della massa, come un prodotto da banco. Una riduzione a bomboniera che forse sta snaturando la miriade di paesini italiani, montani e non».
«Trovo inaccettabile la retorica su Napoli come città amata dai turisti stranieri, come città tra le più belle e visitate d’Italia quando non si riesce a mantenere un bagno di un museo così importante ai livelli minimi di decenza. Da italiana e da campana provo vergogna per quello che ho visto, una vergogna che però vorrei provassero anche coloro che dovrebbero occuparsi della tutela del patrimonio culturale italiano».
«Ma ciascuna scoperta non è forse straordinaria e al contempo ordinaria nella città che dal 1748 restituisce case, botteghe e modi di vita sepolti nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio? Osservando di persona l’abbandono in cui versano i quartieri pompeiani non battuti dai circuiti del turismo di massa si direbbe che Pompei non sia un "laboratorio di studio e ricerca" ma piuttosto una vetrina politica».
Un paesaggio bellissimo, uno specchio di mare circondato da storia e cultura, un centro storico di enorme pregio, una cintura di colline verdi: sembrerebbe un paradiso e potrebbe anche esserlo, se l’incapacità della politica non avesse lasciato Napoli in ostaggio dell’avidità dei privati e della violenza della camorra. Ai vecchi problemi insoluti, alla mancanza di servizi pubblici e alle bonifiche negate, recentemente si sono aggiunte l’esplosione del turismo e la disneyficazione del centro storico, rallentate dalla pandemia, ma viste ancora come l’unica economia possibile in una città schiacciata da un debito pubblico accumulato a colpi di commissariamenti straordinari e scommesse finanziarie. L’unica speranza sembra provenire dagli abitanti, che ancora credono che un’altra città sia possibile.
«Il ministro Enrico Giovannini ha teorizzato la distinzione tra un consumo di suolo “cattivo” e uno “buono”, indicando quest’ultimo in quello causato da poli logistici che favorissero il trasporto su rotaia invece che su gomma. Come gli ha fatto immediatamente notare Luca Mercalli, non esiste un consumo di suolo buono, proprio come non esistono metastasi tumorali buone in un corpo: quando il suolo è sigillato, è perso per sempre. E le conseguenze sono letali».
«Al di là dei dettagli e persino delle difficoltà, stupisce che questo progettone arrivi in una fase storica in cui aumentano le pressioni volte ad abbandonare il modello turistico insostenibile che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni: per gli alti costi ambientali, il conflitto con la residenzialità e la conseguente crescita degli affitti, per il lavoro di bassa qualità su cui si basa e, in definitiva, per evitare una pressione eccessiva su singoli luoghi e città. Qui, invece, siamo di fronte al 22% dei fondi per il turismo del Pnrr investiti su un solo luogo, Roma, già ben inserito nei flussi turistici internazionali, e quasi tutti in vista di un solo evento. Esattamente il contrario di quanto vanno facendo tante capitali e centri turistici europei: quanto ciò giovi alle prossime generazioni, non si sa».
«Gli investitori e il Comune hanno ribadito la regolarità dell’operazione con i pareri della Soprintendenza. Ma nei sostenitori dell’appello resta il sospetto di una speculazione in un’area a tripla protezione: i vincoli per Velia del 1967, il Parco del Cilento e la legge regionale».

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