Monica Zicchiero
Venezia torna a mobilitarsi per l’Arsenale, oggi [ndr, 6 febbraio] alle 10 in campo della Tana sono attese 500 persone tra cittadini, studiosi, esperti, consiglieri comunali dell’opposizione, parlamentari dell’area progressista e 5 Stelle, e a decine le barche si raduneranno in rio delle Galeazze. Una protesta statica per scandire lo slogan: «L’Arsenale è patrimonio inalienabile dei veneziani ed essi devono badare a mantenerlo vitale e tutelato nella sua interezza». Così recita il manifesto di Forum Futuro Arsenale sottoscritto da una settantina di associazioni e oltre 200 persone, un documento che chiede al sindaco Luigi Brugnaro, ai ministeri della Difesa e dei Beni culturali di non firmare il protocollo d’intesa sulla cessione di sei Tese sul Bacino Grande alla Marina Militare e due alla Biennale approvato dalla giunta Brugnaro a dicembre a scatola chiusa, che l’organo politico del consiglio non può modificare.
Il manifesto chiede anche alla Biennale «di non compromettere le altre realtà culturali presenti o in via di formazione con un’espansione non concertata con le altre esigenze cittadine». Nel chilometro di edifici parallelo alle Corderie è prevista la nuova sede dell’Archivio storico delle arti contemporanee (Asac) per trasferirvi i fondi conservati al Vega e a questo sarà collegato il Centro internazionale della ricerca sulle arti contemporanee, annunciato lo scorso ottobre a Dubai. Al protocollo sono legati tre progetti di restauro e riuso finanziati dal ministero dei Beni culturali proprio per la Biennale: 9,9 milioni per l’edificio Carreri e l’ex centrale elettrica per attività espositive, di spettacolo e servizi al pubblico; 14,9 milioni per il risanamento delle rive e delle banchine di rio delle Galeazze e 16 milioni per il restauro dell’edificio del vecchio arsenale delle Galeazze per l’Asac. Si tratta di una piccola parte di un piano complessivo che prevede 25 milioni per i marginamenti su rio della Tana e rio San Daniele, per la riqualificazione 8 milioni per gli edifici nel giardino delle Vergini; 6,6 per la Tesa all’Isolotto Sud e Artiglierie e altrettanti per l’area Triangolo e Sala Marceglia; 2,8 per le Sale d’ Armi Sud; 6,1 per la nuova area di ingresso Duca degli Abruzzi, 4 per la riqualificazione dei percorsi esterni; 3,5 per la gru Armstrong e 1,5 per le attrezzature e le tencologie per gli spettacoli dal vivo. Un progetto con una visione quello del presidente della Biennale Roberto Cicutto, inserito dal governo nei 14 ritenuti strategici a livello nazionale e finanziato con 169 milioni del Pnrr.
La manifestazione di oggi lamenta la carenza di visione da parte della maggioranza fucsia di centrodestra. «Non c’è nessun piano per la rigenerazione dei dieci ettari rimasti al Comune», dice la segretaria Pd Monica Sambo. La città ha prodotto un faldone di possibili progetti di utilizzo, a cominciare dalla cantieristica specializzata locale. C’era anche un ufficio comunale apposito che presentò un Piano direttore nel 2014-5, poi soppresso. «E gli altri progetti di esperti e studiosi? Carta straccia», sintetizza Giorgio Suppiej di Futuro Arsenale. Sulla Biennale c’è apertura, a patto che, come dice la Municipalità di Venezia, spalanchi le porte degli spazi oggi preclusi al pubblico.
Articolo pubblicato su “Corriere del Veneto – Venezia e Mestre” il 6 febbraio 2022. Fotografie di Paola Somma scattate il 6 febbraio 2022.
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