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    diritto alla città Firenze lavoro Manlio Lilli musei paesaggio patrimonio culturale Tomaso Montanari turismo Vittorio Emiliani

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    «È finalmente archiviata la stagione oscurantista in cui la “valorizzazione” serviva “allo sviluppo della cultura”. Quando monumenti e musei non potevano essere adibiti a usi incompatibili con il loro carattere storico e artistico: vuote parole reazionarie di un Codice dei Beni Culturali più inutile e disatteso di quanto lo sia, oggi, il Codice di Hammurabi. Finalmente abbiamo capito che Caravaggio è come la Coca-Cola: un grande brand, che è di tutti. E che solo il mercato può davvero dare a Caravaggio il posto che gli spetta nell’immaginario collettivo.»
    📌 Venezia e i suoi musei ostaggio del turismo: liberiamola, liberiamoci » Venezia » 27 febbraio
    «Eppure, i e le manifestanti si rimpallano la convinzione che “la normalità è il problema”. Lo si trova scritto sui cartelloni di protesta, detto in mezzo agli interventi dal microfono e urlato negli slogan. E – ricordano – “normalità” significa anche, se non innanzitutto, reiterazione delle stesse modalità e delle stesse nomine politiche.»
    #Repost @miriconosci.beniculturali
    «E sul turismo che si dice? Non cose chiare (tipo: “basta grandi navi in Laguna”), ma solo che se il turismo “sciupa” (scelta semantica tra il salottiero e il romantico) le città, non avremo più turismo: cioè la tutela del patrimonio culturale al servizio della valorizzazione economica, in quella micidiale inversione di senso e priorità che è il problema, in tutti i campi, non la soluzione.»
    A rischio Boboli, Patrimonio dell’Umanità? Urgono 400 firme dell’Oltrarno! [appello pubblicato sul sito dell’associazione Idra il 18 febbraio 2021]
    "Nella fastosa cornice del Colosseo – palcoscenico prediletto della propaganda dell’ormai archiviato Mibact –, il «neo» ministro della cultura Dario Franceschini ha annunciato ieri che il nuovo direttore del Parco archeologico di Pompei è Gabriel Zuchtriegel. L’archeologo nato a Weingarten nel 1981 e naturalizzato italiano lo scorso luglio, è stato scelto «personalmente» da Franceschini fra i tre candidati designati dalla commissione al termine di una selezione internazionale alla quale hanno partecipato una quarantina di professionisti dei beni culturali. La nomina non ha suscitato alcuna sorpresa fra gli addetti ai lavori, ma ha provocato le dimissioni immediate di Stefano De Caro e Irene Bragantini, due dei quattro esperti che compongono il Comitato scientifico del Parco di Pompei."
    "Non sfugge a nessuno che investire in produzione è cosa assai diversa che potenziare una piattaforma di distribuzione. La esclusione della più grande azienda di produzione culturale del Paese, la Rai, da un progetto di questa natura, qualifica definitivamente il core business del nuovo soggetto: una mera operazione di marketing che, in quanto tale, ha una potenzialità di sviluppo della produzione culturale assai marginale."
    «“Governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica”: la sintesi vivente delle prescrizioni del presidente Mattarella è Dario Franceschini, eterno ‘rieccolo’ delle correnti tardodemocristiane, smentita vivente della precarietà del lavoro culturale: chi ha un lavoro più sicuro di lui? Ma sarebbe ingeneroso non vedere che una novità c’è: il nome del Mibact cambia, passando da “Ministero per i Beni e le attività culturali e il turismo” a “Ministero della Cultura”.»

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