Giuseppe Lo Bianco
Su Booking.com è pubblicizzato da recensioni entusiaste: “Carbonara di mare e Jacuzzi a 30 metri dal bagnasciuga’’. Relax a due passi (non metaforici) dal mare di Agrigento offerto dal Maddalusa Lounge Beach, complesso alberghiero realizzato tre anni fa nella zona A del Parco Archeologico della Valle dei Templi, patrimonio dell’Unesco, protetta dal 1968 dal vincolo di inedificabilità assoluta, nel totale disinteresse di chi aveva il compito di vigilare. È l’ultima “scoperta’’ segnalata al ministro dell’interno Luciana Lamorgese dell’avvocato Giuseppe Arnone, autore di centinaia di denunce e più volte denunciato e persino arrestato, protagonista in questi anni di una personale “supplenza’’ di vigilanza istituzionale in un territorio “governato’’ per decenni dai fedelissimi dell’ex ministro Angelino Alfano, a più riprese denunciati in numerosi dossier.
Nella lettera inviata al Viminale, il legale segnala il resort, il più visibile tra i 650 manufatti abusivi censiti un mese fa dal report “Unesco alla Siciliana” di Legambiente tra le contrade di Cugno Vela, Maddalusa, foce dell’Akragas, Donfante, Poggio Muscello, Cozzo Mosè e San Leonardo, in una zona che l’Unesco considera “patrimonio dell’umanità’’, realizzato – scrive – “in violazione di tutte le norme di tutela del Parco Archeologico di Agrigento, e anche dell’articolo 15 della legge siciliana n. 78 del 1976 che vieta tassativamente qualsivoglia costruzione nei primi 150 metri dalla riva del mare’’.
La denuncia riguarda anche un parcheggio abusivo di 5mila mq: “Per posteggiare l’auto bisogna pagare ai simpatici gestori 6 euro – continua Arnone – mentre per parcheggiare un ciclomotore è sufficiente pagare 3 euro. Per garantire la migliore gestione del parcheggio, i gestori hanno privatizzato la strada comunale di accesso al mare, e dunque al parcheggio’’. E se i gestori della struttura alberghiera sostengono di avere le carte in regola (“non mi interessa quello che sostiene l’avvocato Arnone, noi siamo in regola”, dice Burgio, uno dei titolari) la missiva inviata al Viminale contiene anche le preoccupazioni sulla sua sicurezza personale legate alle denunce che hanno indotto il procuratore di Agrigento a chiedere per il legale una scorta dopo le rivelazioni del pentito Franco Cacciatore su un progetto di omicidio nei suoi confronti: “L’ultima minaccia è di un mese fa, una busta spedita a Milano con una garza sporca di sangue, dei cerotti e la frase ‘Tappati la bocca merda’”.
Articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” il 23 giugno 2022. Fotografia da beachsearcher.com (© Valerio Alba).
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