Franceschini, Draghi: i nuovi mostri e il sabba delle streghe

Fabio Grasso

Il discusso dialogo nel Colosseo, in quattro battute, fra il presidente del Consiglio Draghi e il ministro della Cultura, Franceschini, non dovrebbe sorprendere chi ha una certa dimestichezza con i metodi della ricerca storica e la memoria perché è solo il punto di arrivo di una lunga trafila di affermazioni, del ministro in particolare, che vanno tutte in un’unica, incontestabile direzione.

Quelle parole, contro gli esperti in generale, dell’oramai nefasto dialogo hanno, però, prodotto di più. E ciò, soprattutto, dal punto di vista dei funzionari (in qualità di esperti) di soprintendenza, e non solo, cui si rivolgono i cittadini. Di fatto è una delegittimazione dei primi e la conseguente rottura del rapporto di fiducia fra Stato e i secondi, questi ultimi trasformati in sudditi perché, oramai, solo ad alcuni è consentito di scavalcare il parere degli esperti.

Dati tali presupposti una domanda è d’obbligo: con quale spirito sono stati nominati gli esperti che componevano la commissione per valutare i progetti del concorso per l’arena del Colosseo? Si parla bene e si razzola male: questo il sunto di una riforma, che fra finanziamenti e personale insufficienti, una tutela che arranca, una valorizzazione sempre più da pantomima, ha peggiorato il rapporto fra cittadini e istituzione ministeriale come mai prima.

E a proposito di esperti, il ministro Franceschini ha chiamato al G20, perché tenesse una relazione, Cristian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino. Tale istituzione non statale riceve cospicui finanziamenti statali (per il 2020 circa 3,8 milioni di euro dal solo Ministero della Cultura). Privato è bello ma è meglio con foraggiamenti da parte dello Stato. In questo senso, di fatto, i direttori dei grandi musei esclusivamente statali, nominati dallo stesso ministro, non erano evidentemente all’altezza di rappresentare il nuovo corso della politica culturale italiana al cospetto dei G20.

Franceschini che così smentisce se stesso, dovrebbe trarne le conclusioni e dimettersi; in caso contrario perdurerebbe quel clima tipico da commedia italiana anni Sessanta del secolo scorso, e meglio ancora, forse, quell’atmosfera, densa e cupa, che connota un’opera di Francisco Goya intitolata Il sabba delle streghe o Il grande caprone.

Fonti:
https://www.repubblica.it/cultura/2020/11/19/news/emergenza_coronavirus_assegnati_i_70_milioni_di_euro_del_mibact_per_i_musei_non_statali-274992733/
https://museoegizio.it/chi-siamo/
https://www.beniculturali.it/luogo/museo-egizio-di-torino
https://www.fanpage.it/politica/perche-il-direttore-del-museo-egizio-non-puo-in-alcun-modo-essere-licenziato-dal-governo/
https://museoegizio.it/trasparenza/bilancio/
https://api.museoegizio.it/wp-content/uploads/2021/07/obblighi-informativi-erogazioni-2020.pdf

FOTOGRAFIA DALLA CARTELLA STAMPA DEL MIC.

 

Altri articoli