Ai Migliori la storia e i dati non servono. È la razza padrona

Tomaso Montanari

L’arena del Colosseo sarà servita in tavola per le elezioni del 2023: del resto, la cultura a cosa serve se non a fare propaganda? Pensi, contessa, che ci sono state contestazioni degli archeologi (il tono di Franceschini è proprio quello di “Che roba, contessa, all’industria di Aldo, han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti, volevano avere i salari aumentati, dicevano pensi, di essere sfruttati”). Ma basta non ascoltarli, risponde la contessa Draghi. Ovvio, no? Del resto, a cosa serve il sapere? Chi ha creduto che l’istituendo comitato tecnico-scientifico del ministero della Giustizia possa riportare la riforma Cartabia sul binario della Costituzione e del buon senso, è servito: gli esperti – dice ridendo il presidente del Consiglio al titolare del ministero più tecnico della Repubblica – non vanno proprio ascoltati. Sennò non si farebbe mai nulla. E anche chi si aspetta che il Ponte sullo Stretto venga valutato secondo evidenze scientifiche, può mettersi il cuore in pace. 

Del resto, c’è qualcuno che non ricordi come Draghi abbia riaperto tutto a fine aprile evitando come la peste (è il caso di dirlo) di rivolgersi al Comitato tecnico-scientifico che dovrebbe fornire al governo una bussola sul contrasto alla pandemia? Certo, se si dà retta agli scienziati, come si fa a far ripartire l’economia? E pazienza se rischiamo di chiudere mezzo Paese a Ferragosto: gli esperti che lo profetizzavano erano gufi, cassandre, disfattisti. Tutti nemici mortali della religione del fare: e pazienza se si fa un disastro. Le parole di Draghi sono, finalmente, una finestra spalancata sull’autentico pensiero dei Migliori. Davvero pensavate che il bravo Figliuolo sia lì per la sua esperienza logistica? Ma no, è evidente che ci voleva un generale: tutto un fatto simbolico. Un segnale al Paese. Un anticipo della giunta militare che i giornali moderati ora invocano, senza tema del ridicolo.

Ma se non si decide in base al parere degli esperti, in base a che cosa si decide? Che domanda ingenua: i Migliori non hanno bisogno di dati, numeri, storia, conoscenza. Sono Migliori per diritto di nascita: figli di papà, per l’appunto. Cioè razza padrona, oligarchia per predestinazione sociale, dominatori per censo, decisori per investitura secolare. È un ritorno in piena regola all’antico regime: alla sempre attuale filosofia del marchese del Grillo. E cos’è che i detestati esperti, queste palle al piede che ci ostiniamo a mantenere nelle università pubbliche, impedirebbero di fare? Be’, l’interesse di quegli stessi Migliori: che non è affatto l’interesse generale, ma l’interesse dei pochissimi che comandano. Non importa se le ragioni della tutela, della conoscenza, della storia, della stessa democrazia del sapere si oppongono a trasformare il Colosseo in un baraccone da propaganda elettorale. I Migliori vogliono questa “cosa bellissima”: e per le elezioni del 2023 l’arena puntualmente ci sarà. Così, finalmente, avremo una location dove gettare gli esperti ai leoni: leoni espertissimi, però.


Articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” il 31 luglio 2021. Fotografia dalla cartella stampa del MiC. Estratto video dalla pagina Facebook dell’associazione Mi Riconosci?.
 

 

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