L’ente di diritto privato risulta commissariato dal 9 ottobre 2019, dopo che i vertici organizzativi erano rimasti senza riferimenti. E per il funzionamento della Scuola il Ministero dei Beni e delle Attività culturali ha provveduto ad erogare annualmente dei contributi
Per il funzionamento della Scuola il Ministero dei Beni e delle Attività culturali ha provveduto ad assegnare e quindi erogare annualmente dei contributi. Nel 2016, anno nel quale gli organi di amministrazione e controllo della Scuola sono stati costituiti, sono stati messi a disposizione 1.974.562,50 euro di “Fondo di dotazione” e 5.923.687, 50 euro come “Fondo di gestione”, per un totale di 7.898.350 euro. Cifra considerevole, considerando che nello stesso anno il Mibact ha previsto nella programmazione ordinaria per l’“Archeologia”, settore nel quale sono compresi interventi di vario tipo al patrimonio archeologico sia mobile che immobile da Nord a Sud, Sardegna compresa, 7.595.018 euro. Nel 2017 il contributo è stato di 3.400.000 euro. Più del doppio di quanto nello stesso anno il Mibact ha messo in bilancio per l’“Archeologia”. Invece nel 2018, sono stati 2.500.000 euro, a fronte dei 7.888.267,63 euro per l’“Archeologia”.
Nel 2019 ancora 2.500.000 euro, ai quali vanno aggiunti 1.150.600 euro del “Fondo per oneri differiti”. Già si è pensato al 2020, per il quale é previsto dalla legge di Bilancio 2018 un contributo pari a 3.500.000 euro. Il fiore all’occhiello della Formazione, il corso biennale “Scuola del Patrimonio”, avviato ad ottobre 2018. “Forma ai temi del patrimonio culturale, al fine di sviluppare le competenze necessarie alle funzioni direttive per le strutture operanti nella tutela, gestione, valorizzazione e promozione dei beni culturali”, si spiega sul portale dedicato. Sono stati selezionati in 18, di età inferore ai 39 anni e in possesso di un dottorato oppure di una specializzazione. Al termine dei due anni avranno un certificato di alta formazione. Che non dà accesso alla qualifica dirigenziale nel Ministero. Né preferenzialmente, né tanto meno automaticamente, come ha rilevato l’associazione “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali”. Che ha espresso dubbi anche sul limite d’età, “del tutto ingiustificato e dunque illegale”.
Accanto alla “Scuola”, l’“International School of Cultural Heritage”, che a novembre 2019 ha inaugurato la prima edizione. Un corso di cinque mesi, destinato a 19 professionisti stranieri coinvolti nella gestione dei beni culturali. Che partecipano a titolo gratuito, con la possibilità di un rimborso spese. Tante Risorse pubbliche per un Ente privato, attualmente commissariato, quindi. Che si occupa di una Formazione specialistica che non fornisce alcun titolo d’accesso, ma una formazione ulteriore, dopo specializzazione e/o dottorato di ricerca, che però costituiscono titoli statali pienamente riconosciuti. Il ministro Franceschini però non ha mai avuto incertezze al proposito. A differenza di tanti “giovani studiosi”.