Arrivano le sfilate di moda al castello normanno-svevo che domina Cosenza dal suo colle più alto e in breve secoli e secoli di storia vengono rimpiazzati da ignobili passerelle.
Negli ultimi anni, uno dei simboli della città ha subito vergognosi lavori di restauro che hanno inserito nel contesto dell’edificio un ascensore a forma di parallelepipedo, purtroppo visibile da diverse parti della città. Un pugno in un occhio, realizzato, forse, senza le dovute autorizzazioni, uno scempio da tanti denunciato, senza purtroppo sortire effetto alcuno, ma che ricorda a tutti i cosentini che il castello non appartiene più loro. Difatti, la sua gestione è stato affidata a una società che organizza eventi e ignora quanto disposto dal Codice dei beni culturali all’art. 20: “I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti a usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.
Dalla foto a corredo di questo articolo, si può notare come l’antico maniero sia stato utilizzato per fini tutt’altro che storico-artistici, poiché solo pochi giorni fa ha ospitato una sfilata di moda. Dilania l’anima la vista dell’impianto elettrico che poggia sui capitelli, ancor di più indigna constatare che in più occasioni è stato adibito a ristorante per vip, a discoteca con divanetti, angolo bar, complessini musicali con attrezzature varie. In pratica è ora un club privato alla mercé di organizzatori di soirée e grandi abbuffate mascherate da cene di lavoro. Ora è la volta delle sfilate inserite in manifestazioni buone per la città dei balocchi, non per il monumento più importante di Cosenza che risale al 1132 e fu ristrutturato da Federico II di Svevia. Un oltraggio alla storia e all’arte che lascia attoniti e impone serie riflessioni.