Chissa perché molte amministrazioni sembrano avere dei conti in sospeso con i territori che si trovano a governare. Chissà perché s’intestardiscono nel promuovere progetti che deturpanano
quel che invece dovrebbero valorizzare assicurandone la tutela.
A Su Pallosu, una località del Comune di San Vero Milis, nell’oristanese, esiste un tratto di costa sarda, incontaminata, nella quale vive indisturbata una colonia felina? C’è una piccola spiaggia nella quale ancora manca qualsiasi struttura recettiva? Bene! Ecco che l’assessorato degli Enti locali, finanze e urbanistica, attraverso il Sevizio Demanio e Patrimonio e autonomie locali di Oristano, decide sia il posto giusto per realizzare un campo boe per l’ormeggio di imbarcazioni. Detto, fatto. Pubblicato l’ “avviso relativo all’istanza di nuova concessione demaniale marittima della durata di sei anni per l’occupazione di un’area demaniale della superficie complessiva di mq. 7. 125,29”. Un luogo che può contare su meno di dieci residenti, deve avere un campo boe per accogliere 32 imbarcazioni. Assurdo? Forse. Ma non per l’amministrazione di Oristano.
Nonostante il parere negativo del dicembre 2017, da parte della Soprintendenza archeologica e paesaggistica dell’area metropolitana di Cagliari e delle province di Oristano e sud Sardegna, al progetto presentato dal Circolo Nautico Su Pallosu con sede a Riola Sardo. Un no “alla realizzazione dell’intervento sia in considerazione dell’impatto, anche indotto, che la realizzazione del campo boe avrebbe rispetto alle finalità di tutela”, sia per “l’alto valore archeologico ad essa connesso”.
Già perché nell’area interessata dal campo boe sarebbe stato individuato “Koracodes portus”, l’antico porto.
Un no inappellabile, dal momento che “Le motivazioni del dissenso sono fondate prevalentemente sulla localizzazione dell’intervento proposto e non consentono di fornire alcuna prescrizione o condizione per il suo superamento”. In ogni caso, molte le contrarietà, comprese quelle avanzate dal Gruppo di intervento giuridico. “Cosa potrebbe accadere all’ambiente marino, visto che in quei 7.200 metri quadri di specchio acqueo, in cui si vorrebbero mettere ormeggi, corpi morti, sono presenti esemplari di Nacchera tutelata dall’Europa”, scriveva in una nota il portavoce Stefano Deliperi. Non solo. Quell’area é delicatissima. Le dune, alte diversi metri, da anni stanno velocemente franando in preda ad una devastante erosione costiera. Per questo motivo la Regione, attraverso l’Assessorato Ambiente, ha finanziato lavori e studi per quasi 1 milione di euro per cercare di mitigarla.
Così l’intervento viene formalmente bocciato il 23 febbraio 2018 dopo lo svolgimento di due conferenze di servizio dall’Ufficio SUAPE del Comune di San Vero Milis. Progetto bocciato nonostante le rassicurazioni del presidente del circolo nautico Su Pallosu, Salvatore Saba. “Nel realizzare il campo saranno immersi pochi corpi morti, ai quali sarà collegato un sistema di catene al quale verranno collegate le boe di ancoraggio. Questo sistema consente di incidere pochissimo nel fondale, prevalentemente roccioso, e di evitare le arature prodotte dalle ancore. Tra l’altro, spontaneamente, ci siamo resi disponibili anche ad effettuare la bonifica del tratto antistante il campo boe, dove ci sono ancora i resti delle capanne dei pescatori”, diceva Seba a settembre 2017.
A questo punto ecco il ricorso al Tar, accolto come sospensiva e rinviato nel merito al 29 maggio 2019. Eccola la nuova offensiva. L’estremo tentativo di realizzare il campo boe. Per contrastarlo, ritenendolo sbagliato per motivi economici, ambientali, giuridici e di sicurezza pubblica, gli ambientalisti giocano la carta della petizione. “Su Pallosu, tra le 271 spiagge di tutta isola esaminate dal Programma Azione Coste dall’Assessorato Regionale Difesa Ambiente, è inserita nella fascia ad alta criticità … ma Regione e Comune hanno fin ora omesso di considerare i potenziali effetti negativi dalla realizzazione del nuovo campo boe, posizionato proprio nella delicata medesima area marina”, si legge nel documento.
In poche settimane raccolte più di 1200 firme. Basteranno a cambiare gli orientamenti della politica oristanese? Un certo scetticismo è d’obbligo.
La circostanza che il Ministero dei Beni Culturali ad aprile 2018 abbia approvato la Proposta d’inserire Su Pallosu nella lista del Patrimonio Umanità Unesco e 10 milioni di euro dell’ Unione Europea siano stati stanziati per la ricostruzione delle nuove Capanne di Su Pallosu, avrebbe dovuto costituire un deterrente al progetto del campo boe. Da quel che sembra non lo è stato. Almeno finora.