Alla Nazionale di Castro Pretorio i lettori denunciano sempre più disagi. Minime le opzioni di prestito, consultazioni difficili, personale esiguo.
Se la Biblioteca Nazionale di Firenze, la più antica fra le Nazionali, rischia davvero la chiusura e la morte, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (1876) agonizza da tempo. Soprattutto, pensate la modernità dei servizi, da quando un anno fa sono stati mandati a casa i cosiddetti “scontrinisti”, cioè i ragazzi che da un decennio circa svolgevano un normale lavoro di distribuzione e ricollocazione dei volumi e dei periodici dietro il pagamento di 400 euro mensili giustificato con la presentazione di scontrini del bar, della tavola calda, della trattoria e altro. Erano riuniti in una cooperativa, l’Avaca, costituita da un dipendente dello stesso Ministero per i Beni Culturali e, in base ad una regolare convenzione, ricevevano direttamente dal Collegio Romano quei 400 euro mensili di remunerazione. Quando alcuni di loro hanno denunciato la cosa chiedendo di venire regolarizzati – hanno raccontato un anno fa, nel maggio 2017, a Matteo Pucciarelli di “Repubblica” – sono stati rimandati a casa. E i servizi già ansimanti della più importante Biblioteca Nazionale di un Paese dalle tante antiche e gloriose biblioteche sono andati giù in piacchiata.
A Firenze si è in fase di pre-chiusura (del resto la Biblioteca Universitaria di Pisa è sbarrata da un decennio…), ma almeno lì si sono sollevate forti proteste. A Castro Pretorio lo spegnimento è silenzioso. “Da qualche settimana”, testimonia una assidua frequentatrice della BNCR, “il servizio riproduzioni non funziona più, i tornelli del nuovo sistema di ingresso sono già fuori uso, tragicomicamente.” E se si resta chiusi dentro? “Deve intervenire l’omino della sorveglianza, irritatissimo, per evitare un sequestro”. Ovviamente questa situazione esaspera i custodi che sono già nervosi per altre disfunzioni della Biblioteca.
Il servizio di fotocopiatura, già insufficiente, è saltato qualche settimana fa, da meno di un mese. “Per ovviare alla carenza di fondi”, racconta un altro utente della Biblioteca Nazionale Centrale, “il servizio prestiti delle nuove acquisizioni che era possibile per le opere disponibili in doppia copia, è stato accordato anche a quelle in una sola copia”. E il personale di servizio, non era già carente? “Dal 2000 in qua l’abbiamo visto soltanto diminuire: sono rimasti i vecchi dipendenti, sempre meno s’intende coi pensionamenti e altri tagli”. Qualcuno tenta di rimediare a queste falle colossali del servizio portandosi appresso una macchinetta fotografia tascabile. “Una ragazza che l’aveva con sé, è stata scoperta e rampognata aspramente”. Qualche giorno prima c’era stata una lite per la stessa ragione: Ma se il servizio di fotocopie non c’è, perché non consentire a studenti e studiosi (che hanno i loro bravi tempi di lavoro) l’arte di arrangiarsi? No, il regolamento è regolamento, caspita.
Questa incredibile catena di disfunzioni – che il licenziamento di fatto dei preziosi “scontrinisti” ha pesantemente aggravato – sta, da anni, riducendo sempre più gli indici di consultazione: da un già modesto 4 per cento ad un miserevole 2 per cento fra il 2002 e il 2012 (ultimo anno di pubblicazione dei dati ufficiali da parte del Ministero, poi, probabilmente, è andata anche peggio). Mentre il patrimonio è aumentato di un 14 per cento. Non molto, ma come lo si può gestire in questa situazione di autentica inedia?
In compenso nell’aprile 2017, coi soliti squilli di trombe era stato inaugurato dal ministro Dario Franceschini il Bar Librò della BNCR. E’ durato appena un anno. Racconta Claudio Meloni, coordinatore dell’Ap-Cgil: “Il 18 aprile tutto era normale, alle 15 i lavoratori avevano salutato quelli del turno pomeridiano col solito <<a domani, ragazzi!>>, ma subito dopo si è cominciato a sbaraccare”. E pensare che, in omaggio ad una mediocrissima idea commerciale della cultura, Franceschini pensava di ricavare chissà quali guadagni dal Bar Librò, per farne un esempio. “E così, ora, la più grande Biblioteca Nazionale italiana non dispone neppure di un bar aziendale”. Per i 400 utenti superstiti al giorno. Malgrado tutto.
Schede
Patrimonio librario
7 milioni di volumi di cui,
8000 manoscritti
120.000 autografi
2000 incunaboli
20.000 carte geografiche
10.000 fra stampe e disegni
50.000 testate di periodici
Incremento patrimonio 2002-2012
+ 14,0 per cento
Indici di consultazione
2002: 8 per cento
2012 : 4 per cento*
Var. – 100,0 per cento
*ultimo dato Mibact
Ammessi al prestito
2002: 55.949
2012: 24.718
Var. – 55,8 per cento (la più alta in Italia)
Repubblica-Roma 1 luglio 2018