Teodoro De Giorgio, Beni culturali da sballo

Beni culturali da sballo. L’affare dei dj set, del fitness e dei concerti nel patrimonio culturale

Campidano Editore

L’ AUTORE

Teodoro De Giorgio (Brindisi, 29 settembre 1979), storico dell’arte, è dottore di ricerca in studi sulla rap- presentazione visiva all’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze, dal 2013 entrato a far parte della Scuola Normale Superiore di Pisa, ed è specializzato in storia dell’arte medievale e moderna. Nella sua attività di ricerca si occupa di iconografia e iconologia, di storia dell’arte cristiana e di gestione del patri- monio culturale. È autore di numerose pubblicazioni in riviste specialistiche e ha partecipato, in qualità di relatore, a convegni scientifici nazionali e internazionali. Ha ideato e curato esposizioni artistiche po- ste sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e progetti museologici di committen- za ecclesiastica. Scrive di questioni inerenti alla tutela del patrimonio culturale sull’Huffington Post.

L’OPERA

Va di moda, oggi, ballare e praticare fitness nei musei. In Italia, a differenza degli altri paesi, questa moda ha assunto tutti i tratti dell’affare e ha ripercussioni culturali e sociali molto più gravi. Malagestione pubblica e interessi privati sono all’origine di questo fenomeno socio-culturale, che l’autore ha definito dei «Beni culturali da sballo». L’uso improprio del patrimonio culturale, sistematicamente adibito, per ragioni commerciali, a «location» per feste da ballo, attività ginniche e concerti pop e rock, nuoce non solo alla sua conservazione materiale, ma anche al suo decoro e contribuisce a travia- re la (già fragile) coscienza civica dei cittadini italiani, in particolare dei giovani.

Dal Museo di Capodimonte al Parco archeologico di Selinunte, dal Museo Egizio di Torino a Villa Borghese, dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze al Colosseo, dall’Arena di Verona all’Archivio centrale dello Stato, dalla Basilica Palladiana di Vicenza al Castello Alfonsino di Brindisi, nessun monumento è al sicuro. I beni culturali sono stati asserviti alla logica del facile profitto, legata ad attività effimere incompatibili con il carattere storico-artistico dei luoghi e incuranti dei problemi conservativi. Ma cosa dice la Legge in proposito? È consentito trasformare un monumento in discoteca, in palestra o in palco per concerti? Teodoro De Giorgio risponde a queste e altre domande passando in rassegna, con dovizia di particolari e di documenti inediti, tutti i principali casi che hanno visto musei, istituzioni, siti archeologici e monumenti pubblici italiani adibiti a «Beni culturali da sballo».

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