Schiaffo di Atene a Gucci. Rifiuta 56 milioni: “Sull’Acropoli non si sfila”

(di ETTORE LIVINI)

La casa di moda fiorentina aveva offerto per la stampa ellenica un milione per 900 secondi di sfilata, più altri 55 milioni per i diritti video. Ma la Commissione archeologica è stata inamovibile, nonostante la crisi: “Il valore e il carattere dell’Acropoli è incompatibile con un evento di questo tipo”

MILANO – La storia e la cultura non hanno prezzo. E Atene, al settimo anno di una crisi economica che si è mangiata il 25% del Pil, dice no ai soldi offerti dalla Gucci per consentire una sfilata di moda di un quarto d’ora sull’Acropoli. La richiesta della casa di moda è arrivata nei giorni scorsi sul tavolo della Commissione archeologica della Grecia (Kas) con un’offerta – immaginavano gli estensori – difficile da rifiutare, visto lo stato di salute delle casse elleniche: un milione per l’affitto della “roccia sacra” per uno show di 900 secondi da tenere proprio di fronte al Partenone, riferisce la stampa ellenica. Più 55 milioni per i diritti a girare e promuovere in giro per il mondo il filmato della passerella. Anche se di soldi, dice la società fiorentina, non si era ancora parlato in questa fase dell’operazione.

La risposta del Kas è stata però categorica. “Il valore e il carattere dell’Acropoli è incompatibile con un evento di questo tipo”. Punto. “Non abbiamo bisogno di pubblicità – ha rincarato la dose Dimitris Pantermalis, direttore dello splendido Museo dove sono ospitati i resti del fregio del tempio antico e le Cariatidi -. Il simbolismo del monumento sarebbe svilito usandolo solo come “sfondo” per una sfilata di moda”. Poveri sì, insomma, ma non abbastanza da mettere in vendita l’anima del paese. La Gucci aveva avanzato la sua richiesta ricordando come nel 1951 i marmi e le colonne del Partenone avessero fatto da palcoscenico a una sfilata di Christian Dior. Altri tempi però, la Commissione, irremovibile, ha detto no.

“Concedere l’uso dell’Acropoli sarebbe stata un’umiliazione” ha commentato in un editoriale il quotidiano Kathimerini. I marmi dell’Acropoli sono stati sfruttati in passato per gli spot della Coca-Cola, di Lufthansa e Verizon (che ha trasformato le colonne in cabine telefoniche) e come set per un servizio fotografico di Jennifer Lopez non autorizzato dal Kas. Ma la storia (e la dignità) della Grecia non sono in vendita. Nemmeno oggi che lo Stato è quasi in bancarotta.

 

http://www.repubblica.it/economia/2017/02/15/news/schiaffo_di_atene_a_gucci_rifiuta_56_milioni_sull_acropoli_non_si_sfila_-158345984/

 

(La foto si riferisce alla sfilata di Dior nel 1951 sull’Acropoli)

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