Sponsor, bugie e monumenti. Dal caso del restauro del Colosseo con fondi di Della Valle a quello del maquillage della scalinata di piazza di Spagna finanziato da Bulgari, fino alle gare sospette per la nuova piazza Augusto Imperatore, con contributi Telecom, e per il Mausoleo. A Roma la vita è difficile per i tesori dell’arte e dell’archeologia da far rinascere. «Sono situazioni diverse. La Corte dei Conti indaga per la sponsorizzazione di Della Valle per chiarire la relazione tra la somma erogata, il ritorno di immagine ed un eventuale “eccessivo sfruttamento” – risponde Rita Paris, direttore del Museo di Palazzo Massimo – Per la scalinata sono slittati i tempi ed infine per piazza Augusto Imperatore il problema sono i ribassi nelle offerte». Il risultato è che a volte i lavori sono fermi, a volte vanno a rilento e altre nemmeno cominciano. «Per queste operazioni prima di tutto bisogna prestare la massima cura al progetto, perché, se è ben fatto, da quello scaturisce l’iter del procedimento, la tempistica e la qualità, come è successo ad esempio per la Piramide di Caio Cestio restaurata con i fondi di un mecenate giapponese». Ma per la riqualificazione della piazza del Mausoleo di Augusto il progetto ha firme illustri, da Cellini a Nicolini. «Sicuramente la legge sui lavori pubblici, che peraltro è stata «Sicuramente la legge sui lavori pubblici, che peraltro è stata riscritta ad aprile e per la quale attendiamo ancora le linee guida per l’applicazione, ci sta un po’ stretta». In che senso? «Se dobbiamo puntare alla qualità e insieme garantire trasparenza e concorrenza, vuol dire che l’offerta può arrivare da qualsiasi impresa abilitata a svolgere lavori per i Beni Culturali e la tendenza è quella di fare ribassi eccessivi». Come migliorare gli appalti per i restauri? «Separando quelli specialistici, a cui devono poter concorrere soltanto imprese di restauro, dagli altri, realizzabili anche da aziende edili». Oltre alla Piramide, quali sono stati i restauri sponsorizzati portati a termine? «Penso al Tempio rettangolare di Portunus, al Foro Boario, dove c’è stata una partecipazione del World Monuments Fund, ma anche la Fontana di Trevi con fondi della ditta Fendi e lavori del Campidoglio». Quali monumenti avrebbero bisogno immediato di restauro? «Fra tutti citerei le Mura Aureliane, un intervento da 22 milioni potrebbe liberarle da occupazioni improprie e creare intorno una fascia verde di rispetto». Interverrà qualche mecenate? «Si spera, ma bisogna educarli a non rivolgere la propria attenzione solo ai monumenti- icona. Tutto il diffuso patrimonio monumentale della città è a rischio».
(di P. Boccacci, tratto da La Repubblica del 12.08.2016).